Il pericolo di “Lasciare andare” di Silvia Caula

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Le cose possono essere lasciate andare quando sono GUARITE, non prima

Oggi sento di condividere una riflessione su uno dei “falsi miti” dei percorsi spirituali.

I percorsi di crescita personale basati su un’idea della “spiritualità” a buon mercato (o solo male interpretata)  sono pieni di dogmi, ci avete mai pensato? Dogmi rigidi come quelli religiosi, e guai a chi non si allinea e non li accetta.

Proprio perché non religioso, il pensiero “libero” dei ricercatori spirituali è insidioso e pieno di regole sociali non scritte, che negli anni della new age blogdicultura_633a645d33e380e6ee345b977dd588efhanno delimitato il territorio di una comunità fluida, unita da ideali quali la crescita, la libertà, l’esistenza dell’anima e la necessità di trovare nuovi modi di rapportarsi gli uni agli altri in quanto esseri umani consapevoli e in grado di comunicare tra loro da cuore a cuore.

Purtroppo però questa città ideale si è nel tempo trovata a codificare modi di vita e di relazione per nulla sani, sostenuti da un linguaggio ambiguo composto spesso da frasi fatte, prese qua e là da libri, maestri orientali, filosofi, e negli ultimi anni persino dai fisici. Parole e frasi fuori contesto, usate spesso in modo superficiale, senza approfondire i concetti, perché così è più facile creare miti, regole, schemi sociali ai quali adeguarsi senza dover pensare, riflettere, sentire. I concetti filosofici relativi alla crescita spirituale così, pian piano nel tempo, sono diventati dogmi.

dogmaC’è il dogma del “non giudizio” il dogma dell’”amore incondizionato” il dogma dello “specchio”, il dogma dell’”agire e non reagire” il dogma dello “schermarsi” il dogma dell’”osservatore”, il dogma del “distacco”e molti altri. Intendiamoci bene, tutti questi concetti, se approfonditi in modo adeguato nelle loro sfaccettature, e se applicati quando ci aiutano a crescere, sono meravigliosi, sublimi. Ma se usati per manipolare le conversazioni, per non lasciar parlare l’altro, per giudicare, sentendosi protetti dal proprio credo spirituale, se usati per trovare facili soluzioni a temi e momenti complessi, o per scappare dal sentire e dal guardarsi dentro, possono fare grossi danni, e sempre più spesso ci capita di imbatterci in questo aspetto della cultura della ricerca interiore.

Tra i vari dogmi, oggi sento di approfondire un po’, anche se molto resterà da dire, il tema del lasciare andare.Questo concetto è uno dei pilastri della crescita personale. E’ nominato per dritto e per rovescio in tutti i testi, gli audio, i discorsi di maestri, insegnanti, coach, life trainer, counsellor e compagnia bella. let-go-816x428-630x315Se non sappiamo lasciare andare non siamo evoluti, se non riusciamo a lasciare andare siamo fermi a uno stadio primitivo, siamo legati al cervello rettiliano, siamo dei falsi meditanti, se non riusciamo a lasciare andare abbiamo qualcosa di sbagliato, qualcosa che non va, non siamo maturi, non abbiamo fatto “il salto quantico”, se non riusciamo a lasciare andare siamo proprio un disastro.

Ma chi l’ha detto? Gli illuminati? Come se le persone illuminate avessero l’abitudine di dire agli altri cosa devono fare, o di giudicarli se sentono qualcosa di diverso. Ma ce lo vedete il Dalai Lama che dice “tu non sai lasciare andare quindi non vale la pena parlare con te” ce lo vedete Gesù, o Buddha, ce lo vedete il mahatma Gandhi a rompere le palle a un amico o alla fidanzata perché non sa “lasciare andare”?

Allora, rimettiamo un attimo le cose in ordine.

Cosa significa lasciare andare? Nulla.

Lasciare andare cosa? Esperienze, vissuti, emozioni, ricordi, persone, situazioni, luoghi, oggetti, relazioni.

Lasciarli andare dove? Nell’oblio, nel dimenticatoio, nel nulla, nell’aria, nell’acqua nel fuoco, nell’etere, nella terra, nel cibo, nell’alcol, nel fumo, nel sesso??

Cerchiamo di essere onesti. Ciò che vogliamo lasciare andare ci appartiene, fa parte di ciò che siamo, fa parte del nostro sistema corpo-coscienza.lasciar-andare-la-paura-di-amare L’idea di poterlo abbandonare da qualche parte come un animale domestico a ferragosto è una pericolosa illusione.

Mille volte sentiamo ripetere “osserva, comprendi e poi lascia andare” ma chissà perché la stessa persona, lo stesso libro che ce lo dice, non ci sa spiegare come si fa.

Magari troviamo tecniche o suggerimenti più o meno efficaci per allenarci nell’impresa.

Molti di questi strumenti sono basati sulla banale rimozione, ovvero sul distogliere l’attenzione da ciò che vogliamo “lasciare andare” in parole povere il vecchio “pensa a qualcos’altro” solo che anziché fare shopping svuoto la mente meditando o cantando un mantra, anziché ubriacarmi faccio una meditazione dinamica di Osho, anziché fare sesso col primo che capita faccio tantra yoga bianco, anziché giocare a play station guardo un video del Maestro di turno.

Gli effetti della rimozione non cambiano, se cambio lo strumento di cui mi servo per mettere sotto il tappeto ciò che mi ferisce, 28-09292b_polveresottotappeto-1-1000x780alcuni strumenti possono sembrarmi infimi, altri nobili, ma l’equazione ha un solo risultato, sto evitando non solo di pensare, ma peggio, sto evitando di sentire le mie ferite, rivolgendo l’attenzione altrove. Risultato? le ferite scalpitano sempre di più per essere ascoltate, onorate e accolte, prese in considerazione, rispettate, insomma viste e fanno infezione. Ci ammaliamo nel corpo, ci ammaliamo nella psiche, ci ammaliamo nell’anima. Usiamo dosi sempre più massicce di “tecniche per lasciare andare”, ci ammaliamo sempre di più. Finché non troviamo il coraggio di affrontare, altro che lasciare andare!

Altri strumenti consigliati per lasciare andare si basano invece sulla compassione e il perdono. O sull’auto compassione e l’auto perdono. Ottimo. Peccato che compassione e perdono sono processi individuali che semplicemente “accadono” e non possono essere accelerati a piacimento, forzati in base a un ideale come ad esempio “sono buono se lascio andare” o “se ora riesco a lasciare andare sto dimostrando a me stesso che sono evoluto, consapevole, saggio…” o ancora “ora decido che lascio andare!”. Non funziona così, proprio per niente. L’unico risultato è un buonismo stucchevole o falso, wolf-sheep-oko un atteggiamento vittimistico e autoconsolatorio sterile, una sublimazione pericolosa da cui derivano azioni spesso sconsiderate. Un esempio? Ecco l’esempio: una persona che devastata da una separazione regala tutti gli oggetti della casa che aveva condiviso col compagno, ritrovandosi senza compagno, senza casa, e pure senza lavatrice, libri, musica (raccolti in una vita), senza le tazzine dalla nonna e senza gatto perché così si vuole dimostrare di essere in grado di lasciare andare, di avere osservato, compreso e perdonato! Pensate sia una mossa idiota? Lo è,  ne ho le prove (il gatto per fortuna l ho recuperato).

Infine gli strumenti sciamanici: rituali per bruciare nel fuoco, per dissolvere nell’acqua, per disperdere nell’aria e nella terra, per purificare, per cancellare ciò che ci ferisce o ci ha ferito. Ottimi anche loro. image2-1024x422Se capiamo quello che stiamo facendo, se li utilizziamo per dissolvere il nostro attaccamento a quel dolore, trasformare il nostro sguardo su quel dolore, ma tenendo ben presente che il vissuto rimane, che la memoria rimane, che dove c’è stata una ferita rimane una cicatrice, e che quel dolore ci ha cambiati, ha cambiato la nostra struttura, ci ha fatti crescere, a volte ci ha fatto innalzare difese,  a volte ci ha aiutato ad abbattere barriere che ci separavano dal vero Sé. A volte siamo cresciuti in modo funzionale, a volte in modo disfunzionale, ma comunque siamo cambiati, grazie a ciò che oggi vogliamo lasciare andare.

Detto questo è facilissimo capire che la Gratitudine è la strada maestra, grazie-di-cuoreil Rispetto di ciò che abbiamo vissuto e l’ammettere di averlo vissuto, il rendersi conto che nulla può essere lasciato andare ma che tutto può trovare spazio nel proprio cuore per essere guarito. Se siamo onesti con noi stessi, veri, spietati quando serve, lucidamente leali alla nostra anima che ci chiede di vedere, non di chiudere gli occhi lanciando la spazzatura dietro di noi proseguendo come se nulla fosse, pure tronfi e soddisfatti per aver lasciato andare, scopriremo che possiamo guarire.

Siamo coraggiosi abbastanza per farlo? Siamo onesti abbastanza, rispettosi abbastanza della nostra anima per fare qualcosa di tanto grande come essere grati, ammettere che abbiamo sofferto, sbagliato, scelto di collaborare a creare sofferenza nella nostra vita, e poi imparare e TENERE CON NOI il nostro dolore, trovandogli un posto in cui metterlo, invece che cercare di buttarlo via? 400x-390x220Ricordiamoci, tra l’altro, che i rifiuti energetici inquinano il mondo quanto la plastica, e che tutto questo sconsiderato lasciare andare riempie città e campagne di energia pesante, in cui poi camminiamo ignari, sentendoci apatici e tristi senza capire perché.

Ma perché dovremmo fare tanta fatica per guarire quando possiamo “lasciare andare”? Quando possiamo stare solo nel presente e guardare solo avanti? Buona domanda, ma prima chiediamoci:

Cosa accade a una persona che rimuove il proprio dolore, i propri vissuti, i propri errori, con la scusa o con il sincero convincimento che lasciare andare sia la soluzione? Diamo un’occhiata….In un primo momento si sentirà benissimo: leggero, spensierato, distaccato dal dramma, sentirà di vivere in un mondo nuovo, fatto di innocenza, gli sembrerà di tornare bambino (o di rispondere all’idea fantasiosa di infanzia che molti di noi sostituiscono all’infanzia vera, che è spesso una bella lotta). 75484623_779148805841307_7323593130041510928_nQueste emozioni faranno si che continui a lasciare andare sempre più cose, diventerà bravissimo a usare tecniche per lasciare andare, spirituali e non, svilupperà modi per non sentire e per non riflettere su ciò che sta provando, e troverà nella letteratura della cultura spirituale e nelle parole dei maestri tutte le giustificazioni e tutto il supporto perché le interpreterà a suo modo. Presto non ricorderà neanche più le cose che voleva lasciare andare, perché saranno state completamente rimosse, vale a dire cacciate a forza nel subconscio, ma assieme ad esse svaniranno anche altri ricordi: non ricorderà più i visi di persone amate o che si suppone abbia amato, non ricorderà più quando le cose sono accadute, neppure quelle felici, lentamente perderà il proprio passato, e con esso le radici della propria coscienza.

Ora sembra un po’ meno allettante come prospettiva, non credete? Ma c’è di più.

Abbiamo detto che cancellare le ferite, lasciarle andare, anziché tenerle con sé e guarirle, lentamente cancella la memoria, ciò rende la mente confusa, non sappiamo più da dove veniamo, chi eravamo, e non possiamo prendercene la responsabilità. Iniziamo a raccontarci bugie sugli eventi che abbiamo vissuto, a ricostruirli con l’immaginazione, convinti di avere ricordi realistici. 10356269_10205087696141391_1113056688166667205_nI ricordi di altre persone che hanno vissuto certi eventi o momenti con noi non li riconosciamo come veri, il che ci porta a credere che gli altri vogliano mentirci o manipolarci, e non riusciamo più a fidarci di loro, anche se li amiamo. Poiché non riusciamo a prenderci la responsabilità di ciò che non ricordiamo, non possiamo chiedere perdono o cambiare rotta, gli altri accanto a noi iniziano a percepirci come inaffidabili e a proteggersi da noi, poiché non possono affidarsi a qualcuno che non sa più chi è, o fidarsi. Tutto ciò porta miseria nelle relazioni, fraintendimenti, incomprensioni, litigi e molta, molta sofferenza. Non aiuta a creare ma a distruggere, non ci aiuta a evolvere ma solo a rimanere in un vuoto che cercheremo di riempire con distrazioni per sentirci leggeri, e a volte con dipendenze per non sentire il dolore, con comportamenti irrispettosi di noi stessi e degli altri, con falsi sé costruiti artificialmente per poter dire a noi stessi “io sono questo” “io sono quello”.

falsi_ricordiPerché si crea questo cerchio che porta alla solitudine e alla sofferenza? Perché se dimentichiamo ciò che abbiamo vissuto e non possiamo prendercene la responsabilità, lentamente il dialogo con l’Anima si spezza, e anche se ci parla, non riusciamo più a sentirla. Così rimaniamo bloccati in un eterno presente, sempre più vuoto di relazioni nutrienti e di sogni perché purtroppo, se dimentichiamo chi siamo, dimentichiamo anche i nostri obiettivi, i nostri talenti, le nostre aspirazioni, dimentichiamo di avere una missione evolutiva e tutte le qualità per realizzarla. I nostri desideri si limitano a ciò che possiamo soddisfare immediatamente, non siamo più in grado di fare progetti e soprattutto di credere nei nostri sogni, e in noi stessi.

La cosa peggiore è che non ce ne rendiamo conto, non capiamo perché ci sentiamo perennemente insoddisfatti malgrado l’amore e il sostegno che riceviamo nel presente, non capiamo perché non sappiamo più chi siamo.solitudine Nel peggiore dei casi incolperemo gli altri di questo stato di cose, magari coloro che ci amano di più e che cercano di aprirci gli occhi, e magari finiremo per farli allontanare, sentendoci poi soli e disperati (altra cosa da lasciare andare!). Questo cerchio si ripeterà all’infinito?

Non è detto.

C’è sempre una speranza. Siamo esseri speciali, bellissimi e perfetti nella nostra imperfezione e possiamo sempre, SEMPRE guarire se decidiamo di guarire. L’universo ci ama, la vita ci ama, la nostra anima ci ama, possiamo avere tutto il meglio che c’è.

Dai danni del lasciare andare si può guarire, con pazienza, a volte con un aiuto qualificato. 28741Ci si può risvegliare e ricominciare. Si può ammettere di essere confusi e disperati, e anziché lasciare andare queste emozioni, finalmente, guardarle in faccia e con pazienza ricostruire cosa ci è accaduto e guarirlo. Si può scegliere di essere onesti qui e ora, non importa quanto abbiamo usato la scusa del lasciare andare, in passato. Si può scegliere di accettare che è stato un errore, vedere chi siamo diventati, si può scegliere di riconoscere che abbiamo agito in buona fede, convinti di fare il bene della nostra crescita, della nostra anima e di coloro che amiamo, si può scegliere di non sentirci in colpa, proprio perché abbiamo agito in buona fede. Ma questo non ci condurrà più sullo stesso cammino. Si può scegliere di renderci conto che tanti altri prima di noi hanno fatto lo stesso errore in buona fede e poi sono guariti. Si può scegliere di circondarci di persone che hanno fatto questo cammino attraverso il fuoco e ne sono uscite più forti. Si può scegliere di essere grati a chi, capendo ciò che ci stava accadendo, ha avuto l’amore e la pazienza di restarci accanto. Si può scegliere di cambiare strada e di percorrere quella del coraggio, della guarigione e della felicità.

Perché no? Abbiamo già lasciato andare noi stessi, cos’altro abbiamo da perdere? Possiamo solo ritrovarci.

Le cose possono essere lasciate andare quando sono state ascoltate, comprese, onorate e GUARITE, non prima del tempo. Ogni guarigione richiede tempo. Ogni guarigione è Possibile!

C’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incomincia adesso!

Goethe

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