
Incontrare le quattro forze vitali che formano l’intera creazione è, per tutti noi, un’esperienza quotidiana: ogni giorno possiamo godere della natura, del calore del sole, di un giorno piovoso o della carezza del vento. Possiamo annusare l’aria di montagna, rinfrescarci nelle acque di un torrente, lavorare con le mani nella terra, accendere un fuoco nel camino.
Il primo Elemento che incontriamo, per tradizione, sulla ruota dello Zodiaco è il Fuoco, col segno dell’Ariete che, sempre per tradizione, segna l’equinozio di primavera.
Potremmo argomentare all’infinito sui vari aspetti e qualità di ogni Elemento, potremmo descrivere le sensazioni emotive che ci procurano, focalizzare il nostro piacere o fastidio al loro cospetto, se ci infondono paura o ci danno coraggio, se la loro presenza ci mette allegria o disagio e le risposte sarebbero tante quante sono le persone al mondo.
Inizio dall’Elemento Fuoco, maschile – yang, cercando di sottolinearne gli aspetti che conosco meglio per esperienza, o che mi risuonano di più perchè maggiormente usati e elaborati nei miei percorsi di ricerca, di studio e di pratica. Procederò così con ognuno degli altri tre, per condividere, emozionandomi sempre, perchè, come già sapete, gli Elementi sono il mio sostegno personale.
RIFLESSIONI SULL’ELEMENTO FUOCO
Visualizzando il Fuoco, la prima immagine che mi arriva è quella del falò: lunghe fiamme dorate che si innalzano verso il cielo, mosse dal vento, illuminanti la notte stellata e i volti arrossati di chi, come me, siede in cerchio attorno a lui, per condividere ogni cosa, ascoltarsi, parlarsi, ricordare insieme e insieme affrontare le paure del buio, della notte, delle ombre di ognuno.
Il Fuoco, simbolo di luce e calore, riesce a trasformare, plasmare, bruciare. E’ capace anche di non farsi vedere, covando sotto le braci, per poi riaccendersi. Può dare conforto riscaldando, ma può anche ustionare o soffocare. Osserviamo come la qualità distruttiva del Fuoco, in realtà, spesso non sia altro che un processo di trasformazione (cucinare, riscaldare, illuminare). Possiamo anche difenderci o allontanare qualcosa da noi usando la sua energia (tenere lontane le bestie feroci). Simbolicamente può illuminare l’umanità spingendola verso le vette più alte della spiritualità, ma è altresì in grado di accecare, anche metaforicamente. Il Fuoco è rappresentato in natura dal Sole che sorge e tramonta ciclicamente, che può essere più o meno offuscato o subire delle eclissi, dal vulcano che erutta delicatamente senza fare danni, a quello che esplode con violenza la sua massa magmatica spargendo distruzione. Per beneficiare dei loro effetti è necessario tenere le giuste distanze, né troppo vicini, né troppo lontani. Per estensione, queste proprietà del Sole e del vulcano, possono appartenere al carattere dell’uomo, a certe sue modalità d’espressione, a diverse dinamiche comportamentali. Nei miti e nei linguaggi popolari si fa riferimento al Fuoco come ad un’energia simbolo di forza, trasformazione, “illuminazione”. Prometeo aveva rubato il fuoco agli Dei perchè gli uomini potessero acquisire conoscenza e per questo fu punito, incatenato sulla cima di un monte, con un’aquila che scendeva ogni giorno a divorargli il fegato che gli ricresceva ogni notte, in un tormento eterno. Nei detti popolari c’è chi s’infiamma subito, chi brucia di passione, la farfalla che vola troppo vicina al fuoco si brucia le ali, e ricordiamoci poi di ciò che accade a chi vuole volare fino a raggiungere il Sole, come Icaro.
SINTONIZZARSI COL FUOCO
Se riusciamo a sintonizzarci con la sua energia, scopriamo uno dei suoi doni migliori, che è anche la sua funzione psichica: l’ispirazione. Ci dona l’intuizione rapida, ci fa entrare in contatto con le nostre aspirazioni con coraggio, forza, sicurezza. Tempra e fortifica i nostri corpi, così che, lavorando col Fuoco, possiamo imparare a forgiare la materia e, per analogia, a sviluppare il nostro Sé interiore per essere in grado di progettare e di esprimere noi stessi attraverso le nostre creazioni. Sviluppando la relazione col Fuoco facciamo esperienza di istinti e impulsi e della nostra conseguente capacità/incapacità di coniugare al meglio il principio di azione/reazione. Sintonizzarci con l’energia del Fuoco può portarci a “visioni” e “illuminazioni”, oltre che ad esaltanti esperienze spirituali.
SIMBOLI, ATTRIBUZIONI E ANALOGIE DEL FUOCO
Lo sciamanesimo, come altre tradizioni, assegna al Fuoco il simbolo dello Spirito: tutte le qualità spirituali sono esaltate dal “Sacro Fuoco” che si accende nelle cerimonie, attorno al quale si balla, si canta, si fanno offerte nell’intento della trasformazione ma, soprattutto, si continua ad alimentarlo affinchè non si spenga prima della fine del rito, perchè il suo spegnersi significherebbe lo spegnersi del fuoco interno, della Vita stessa di ciascun partecipante.
Molte tradizioni attribuiscono al Fuoco il Sud come punto cardinale, che è il mezzogiorno nell’arco della giornata, è il luogo del Sole allo zenit. Nella natura è il campo di grano, la crescita e la maturazione dei frutti, mentre la stagione dell’anno è l’estate con i colori giallo, arancio e rosso. Al Fuoco è stata attribuita la giovinezza come stagione della vita, con qualità umane come la volontà, la passione, il coraggio, la forza e il “potere”. Gli sono stati attribuiti anche valori e ideali, come l’espressione di sé, l’ego, l’autonomia e l’ottimismo. In Astrologia il ternario di Fuoco appartiene ai segni Ariete, Leone e Sagittario e alle Case I, V e IX, mentre l’arte della tarologia gli assegna i “semi di Bastoni o Fiori”.
Il Fuoco: quanto ancora potremmo scoprire su di lui, magari viaggiando sul treno delle analogie, lasciando scorrere lo sguardo sulle sue molteplici manifestazioni. Auguro “buon viaggio” a chi vorrà salire su quel treno e nel salutarvi desidero proporre l’esperienza di un piccolo e semplice rito sciamanico che credo molti già conosceranno:
L’ALLONTANAMENTO
Dopo un primo rilassamento generale e una breve sintonizzazione/meditazione sul Fuoco, scriviamo su di un foglietto un pensiero, un’idea, un’azione, qualcosa o qualcuno che vogliamo allontanare da noi, per non pensarci più. Può essere qualcosa che non vogliamo più del nostro carattere, uno stato d’animo, un pregiudizio o una paura, qualunque cosa di cui vogliamo liberarci. Carichiamo ciò che abbiamo scritto con l’intento di “non pensarci più”. Affidiamo al Potere del Fuoco il nostro rituale di allontanamento e chiediamogli di liberarcene, bruciando il foglietto e lasciando che lentamente si spenga in un paiolo. Non dimentichiamo di ringraziare e… non pensiamoci davvero più!
“Scegliete con cura ciò che volete allontanare (dice lo Sciamano) perché se l’intento è ben diretto, nulla potrà tornare indietro.”