
Eccomi qua, dopo tanti mesi di silenzio, di trasformazioni, dentro di me e nel mondo. Ripartire.
Con una piccola storia, perché è sempre dal piccolo che si riparte, solo con le piccole cose si può riprendere il filo di ogni tessuto prezioso.
Questa piccola storia semplice è accaduta qui, in casa mia, questa sera.
C’è un moscone, entrato chissà come in barba alle zanzariere. Oggi è l’equinozio d’autunno e il primo freddo bussa incerto tra spruzzi di pioggia pazzerelli e lame di sole improvvise. Lui (il moscone) forse aveva freddo, e ha pensato di scaldarsi le zampette a casa mia. Sdraiata sul mio nuovo, provvidenziale, comodissimo divano arrivato a sorpresa e per grazia divina (ma questa è un’altra storia, e si dovrà raccontare un’altra volta*) immersa in un bellissimo libro, la tazza di latte caldo accanto, praticamente un paradiso (manca solo un gatto acciambellato accanto ai piedi e in effetti c’è, un po’ incorporeo ma c’è e anche questa sarebbe un’altra bella storia da raccontare) mi godo un inaspettato silenzio serale nel centro storico di solito affaccendato e chiassoso.
BZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ
Che palle!
No, non che palle, OHM, creaturina di Dio in cerca di caldo, si..però che palle..no, equalizzare i rumori come insegna lo yoga kashmiriano, equanimità delle sensazioni, respirare attraverso il fastidio, comprendere i messaggi imperscrutabili per la mia crescita personale! si..va bé..però: che palle…
Riprendo a leggere, accolgo il ronzio frenetico attorno alla lampada sopra la mia testa come una delle piccole meraviglie della creazione. Non riesco a concentrarmi. Parto con pensieri filosofici. Recupero il segno perso, mi alzo a fare la pipì, per l’ennesima volta riprendo a leggere. Mi piace molto questo libro, si intitola “Il colibrì” e racconta di un eroe semplice, del suo viaggio sconclusionato nella vita, del coraggio di Essere, di muoversi per mantenere saldo il proprio centro. Che bel libro, che bella serata, che pace.
BBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZzzzzZZZzzzzzzz (ci sono anche variazioni di volume e di tono inaspettate intervallate da silenzi sospesi)
E CHE PALLE!!!!
Mi arrendo alla mia umanità. Inizio a pensarle tutte per cacciarlo via di casa (ucciderlo no, non sia mai!)
Potendo contare sulla seguente attrezzatura: 1) riflessi scarsissimi 2) Zanzariere rotte alla base e quindi chiuse e inamovibili 3) sonno e rincoglionimento da copertina calda, libro e tazza di latte…che fare? Procedo per prove ed errori.
Spengo tutte le luci (a parte lo schermo del pc: c’è uno screensaver che mi piace, con il disegno a pastelli di un coniglietto in una foresta azzurra e blu) resto a sonnecchiare sul divano ( dopo aver aperto la porta di casa che si affaccia sulla scala condominiale e acceso la luce dell’androne ) Prima o poi uscirà.
Silenzio.
Riaccendo la luce, riprendo l’assetto libro/latte/copertina. Ricomincio a leggere. Ricevo una piacevole telefonata e sto raccontando il fatto con orgoglio per la mia soluzione efficace e nonviolenta.
bbbbBBBBBBBzzzZZZZZZZZZZZZZZZZZ!!!!!!!zzzz???BBBZZZZZ!!!!
E no!
Azz…
Ora mi gioco il tutto per tutto, chiudo pure il pc e ripeto la sequenza.
SILENZIO.
ANCORA SILENZIO (sta durando)
SILENZISSIMO (ce l’ho fatta!!!)
Riaccendo tutto, chiudo la porta di casa, riprendo l’assetto paradisiaco, riprendo a leggere. Mezz’ora, poi un ora di lettura piacevolissima (Chissà dov’è).
Ormai è ora di andare a letto, mi si chiudono gli occhi. Decido di riaccendere il pc (un portatile, di quelli che si chiudono come un’ostrica) Apro lo schermo.
bbb… z.. z.. ZZZ
Lo avevo chiuso dentro senza accorgermene!
E’ ancora vivo. Rimbambito assai, ma vivo. E finalmente lento e tranquillo (e te credo..)
Lo prendo con delicatezza e finalmente lo accompagno fuori. Si riprende, vola (che sollievo)
Pensare a tutta la fatica, il piano d’azione, l’azione, la resa, i tentativi di accettazione, il sollievo, poi la frustrazione, poi il nuovo tentativo… e alla fine…la soluzione è stata un gesto istantaneo, veloce, spontaneo e inconsapevole.
Non è forse così, in generale, la vita? Forse, dico forse, ciò che alla fine si rivela la soluzione viene solo dalla totale spontaneità e dalla totale innocenza.
Forse in un mondo parallelo Lao Tze direbbe che tutta la meditazione, tutte le riflessioni, tutte le azioni durante una crescita sono solo la strada da percorrere per rendere possibili piccoli istanti di spontaneità in cui le cose accadono da sè.
Ora di dormire. E’ stato bello scrivere di nuovo. Bellissimo. E non sarebbe mai accaduto senza l’intervento di un piccolo (insomma mica tanto piccolo) moscone. Le vie dell’Uno sono infinite.
Speriamo che trovi un posticino caldo.
(* ciao Michael, ci manchi, è ora che rileggiamo tutti La Storia Infinita in queste prime sere autunnali. Perfetta per chi inizia a riaccendere il camino.)